La parola del Parroco - Don Maurizio Spreafico - 30 marzo 2025

Carissimi, in questa IV Domenica di Quaresima, il vangelo ci presenta la nota parabola del padre misericordioso. Il Vangelo di Luca è noto come il "vangelo della misericordia", e il capitolo 15° è il cuore del Vangelo di Luca, sia perché ne è quasi al centro fisico, sia perché costituisce il nucleo centrale del messaggio di Gesù. C’è la parabola della pecora smarrita, che si perde “fuori” dal recinto! C’è poi la parabola della moneta perduta, che si perde “dentro” la casa! C’è infine la parabola del padre misericordioso, con un figlio che si perde “fuori” e un altro che si perde “dentro”! Questa parabola è stata giustamente definita come “la perla delle parabole”. è un racconto sorprendente!

Nella parabola, un figlio parte da casa e l'altro rimane, uno è libertino e l'altro servile e dovranno entrambi giungere alla comprensione dell'essere figli per potersi riconoscere fratelli! Secondo il diritto ebraico, era proibito dare ai figli l'eredità prima della propria morte. Chiedendo di avere il patrimonio che gli spetta, il figlio minore è come se augurasse la morte al padre. Il figlio raccoglie le sue sostanze e le sperpera. Voleva essere "padrone" della propria vita andandosene da casa e si ritrova ben presto "sotto padrone" sperimentando la triste condizione di schiavo, a servizio di uno degli abitanti di quella regione. Nel momento massimo della sofferenza e dell'umiliazione però, quando davvero ha toccato il fondo, "rientra in se stesso”. Sente la nostalgia della casa paterna ed è attirato dall'amore e dalla dolcezza di quella relazione. “Si alza e torna da suo padre”: è il verbo della resurrezione!

"Quando ancora era lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro”. All'abbandono della casa da parte del figlio minore, segue la risposta d'amore del padre che lascia anch'egli la casa per correre incontro al figlio. Per il padre, amare vuol dire abbandonare la propria casa e uscire alla ricerca dell'assente: il figlio esce di casa per scappare, il padre esce di casa per incontrarlo! "Gli si gettò al collo e lo baciò”: l'abbraccio del padre soffoca la confessione del figlio che non riesce a dire quello che aveva preparato; avrebbe voluto presentarsi come servo e invece è riaccolto come figlio! È rivestito con il vestito più bello, un vestito lavato nell'amore misericordioso con cui da sempre il padre l’ha atteso. L'anello al dito, che non è solo un ornamento, ma è l'anello della filiazione! E anche i calzari ai piedi indicano la sua dignità di figlio, perché solo i padroni li portavano, mentre i servi giravano scalzi.

Il figlio maggiore si trovava nei campi e, ritornato a casa, non riesce a partecipare alla gioia del padre per il figlio ritrovato. Perché questo atteggiamento negativo del figlio maggiore? Che cosa c'è in lui che non gli permette di gioire del bene dell'altro? Come mai è così difficile entrare in casa per condividere la gioia del padre e del fratello? Il figlio maggiore, che sembra un uomo giusto, lavoratore, sottomesso alle regole, alla fatica quotidiana, si rivela anche lui un "dissoluto" perché ha vissuto in casa come un "servo", estraneo ai sentimenti del padre. Il ritorno a casa del figlio minore smaschera la verità del figlio maggiore: un miscuglio di gelosia, invidia, giudizio sugli altri, testardaggine, che non gli permettono di entrare in casa. Il padre allora uscì a supplicarlo: il padre ancora una volta esce di casa, lascia la festa e va incontro al figlio maggiore, cercando di sciogliere la sua rigidità; di nuovo il padre è raffigurato in un'immagine di amore e di misericordia: l'amore soffre sempre per l'assente, per chi è lontano!

 

“Ma in questa parabola si può intravedere anche un terzo figlio. Un terzo figlio? E dove? È nascosto! È quello che «non ritenne un privilegio l’essere come [il Padre], ma svuotò sé stesso, assumendo una condizione di servo» (Fil 2,6-7). Questo Figlio-Servo è Gesù! È l’estensione delle braccia e del cuore del Padre: Lui ha accolto il prodigo e ha lavato i suoi piedi sporchi; Lui ha preparato il banchetto per la festa del perdono. Lui, Gesù, ci insegna ad essere “misericordiosi come il Padre” (Papa Francesco, Angelus del 6 marzo 2016).