Carissimi, è la solennità dell’Ascensione del Signore! Nel Credo professiamo questa verità di fede: “Gesù salì al cielo e siede alla destra di Dio Padre onnipotente”. L’Ascensione è una festa difficile: come si può far festa per una persona cara che ci lascia? Ma il Signore non se ne è andato, se non dai nostri sguardi. Non è andato in alto, non è andato lontano, è andato avanti, assente e più presente che mai. “Ascensione non è un percorso cosmico-geografico, ma è la migrazione del cuore, che ti conduce dalla chiusura in te all'amore che abbraccia l'universo” (Benedetto XVI). A questa migrazione, a questa navigazione del cuore Gesù chiama gli undici, un gruppetto di uomini impauriti e confusi, un nucleo di donne coraggiose e fedeli, e affida loro il mondo. Li spinge a pensare in grande, a guardare lontano, ad essere per tutti apostoli e profeti, pastori e maestri.

        Nella Prima Lettura, leggiamo i primi versetti degli Atti degli Apostoli, che uniscono questo libro al Vangelo secondo Luca, evidenziandone lo stretto collegamento e la continuità. Tutto il ministero di Gesù è presentato da Luca – considerato l’autore di entrambi i libri – come un’ascensione: dalla Galilea a Gerusalemme e da Gerusalemme al cielo; come un esodo, che ora si compie definitivamente: nell’ascensione si realizza pienamente la Pasqua, il “passaggio” al Padre. E gli apostoli ricevono una missione, che non spetta loro programmare (“non spetta a voi conoscere tempi o momenti”); essi devono solo essere totalmente disponibili allo Spirito, che li guiderà e li condurrà nel loro compito.

      Il Vangelo invece fa parte della conclusione del Vangelo di Marco (Mc 16,9-20) che presenta una sintesi delle apparizioni di Gesù Risorto: alla Maddalena (Mc 16,9-11), ai due discepoli di Emmaus (Mc 16,12-13) e agli undici apostoli (Mc 16,14-18), che, insieme alla descrizione dell'ascensione al cielo (Mc 16,19-20), costituisce il vangelo di oggi. Gesù affida ai discepoli il mandato missionario, che sarà accompagnato da alcuni “segni” di salvezza: l’annuncio si fa carità, sull’esempio di Gesù, che accompagnava la sua predicazione con segni eloquenti di salvezza materiale e spirituale! Ecco i segni che accompagneranno la missione dei discepoli: scacceranno i demoni, combatteranno e vinceranno cioè contro Satana che distrugge la vita delle persone; parleranno lingue nuove, entreranno cioè in comunicazione con le persone e si faranno capire e comprendere da loro; prenderanno in mano i serpenti e non si lasceranno avvelenare, avranno cioè coraggio e fortezza contro le forze del male che minacciano e insidiano; guariranno i malati, doneranno cioè vita e salvezza, come Gesù che è venuto perché tutti abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

                                                                           <Continua>

    <Scarica il testo>